Questo è un Blog, che vira verso
Venezia; semi di idee germogliati la scorsa settimana nella mia mente distrutta dal covid.
Per puro caso mi sono imbattuto in un
articolo della RSA ( ( Royal Society of Arts) lo scorso fine
settimana che affrontava il divario apparentemente inconciliabile tra
un'educazione accademica e una creativa. Leggilo qui. È interessante
e troverai la mia risposta nei commenti alla fine, dove spero che tu
capisca il mio punto di vista.
Mi era stato chiesto di parlare a
un forum al simposio di Fabriano Aquarello qualche giorno prima. Fu
qui, come avrete letto, che mi scontrai con la supposizione che la
grande importanza del gioco e della creatività nell'educazione dei
bambini potesse essere sacrificata sull'altare del rigore
accademico.
Ora, nei miei molti anni di lavoro con gli adulti; i
molti anni in cui ho sentito l'espressione "non sono creativo";
questi sono stati un grido di battaglia per me per eliminare questa
falsa credenza dalle menti delle persone. Un compito che è allo
stesso tempo emotivo e illuminante nella sua esecuzione.
Potrei
scrivere di molti esempi di questo fenomeno, ma eccone uno
classico.......
Solo pochi anni fa, ho tenuto un workshop di
fotografia creativa in una città del Regno Unito, dove uno dei
partecipanti era il presidente di una certa National Photographic
Society (gulp!)
Ma mi ha dato fastidio?..... Sì! Seduto lì
compiaciuto con la fotocamera all'avanguardia in grembo attaccata al
teleobiettivo più grande che abbia mai voluto vedere.
Comunque il
progetto dell'ora di pranzo per i partecipanti era di uscire a
cercare cose che chiedessero di essere fotografate.. MA senza
portarsi dietro una macchina fotografica.
Quando sono tornato in
studio mi stava aspettando in cima alle scale con quello sguardo,
quello che dice 'Muori!'
Così mi sono buttato per primo 'Posso
farti una domanda?'
Ha mormorato un sì,
"Quanti anni
avevi quando ti è stato detto di crescere, di smettere di fare
giochi infantili e di rimetterti in forma e studiare?"
Avevi
sette anni?'
Era pronto per l'attacco ma all'improvviso il suo
viso si sciolse e si dissolse in lacrime e singhiozzi
profondi.
Ovviamente l'ho abbracciato e per farla breve, è
saltato in tutti i miei giochi (anche dopo) del fine settimana e da
allora siamo diventati buoni amici, e la sua fotografia ora riguarda
le gioie della vita e la felicità.
Storie simili sono
infinite.
Pensando alle città e da piangendo
(alla loro bellezza in questo caso), vi farà piacere sapere che il
mio prossimo workshop di fotografia è a Venezia, dall'1 al 5
febbraio; Imbolc, la festa celtica del ritorno della luce...Clicca
qui per i dettagli
E puoi chiamarmi se vuoi parlarne +39
3283535358 (whatsapp)
O email, micermice@gmail.com
O con Clauida in Italiano +39 351.5042828 (whatsapp)
Ciao for now,
Michael
No comments:
Post a Comment